La mente ha bisogno di tempo e di connessione col corpo e con il respiro per entrare in uno stato di interiorizzazione sempre maggiore e rilassata concentrazione.
Dunque una pratica deve durare un lasso di tempo sufficiente perché questo possa avvenire.
Ed è anche vero che ogni pratica dovrebbe essere personalizzata, tenendo conto delle caratteristiche e del contesto in cui si muove di ogni singola persona, che è sempre centrale rispetto alle scelte che un insegnante fa.
Tuttavia spesso accade che, specie ai primi approcci con lo Yoga, non si riesca a trovare un tempo sufficiente, non si riesca a realizzare uno spazio nella propria, frenetica vita.
Allora potremmo riuscire a prenderci solo 5 minuti, e darci un appuntamento con noi stessi, per ritrovarci, per provare a creare una diversa direzione interna.
Cosa possiamo fare (specie se siamo agitati?)
Una possibilità è quella di metterci in relazione con il nostro respiro. In qualunque posizione.
Non cerchiamo di controllare il nostro respiro, osserviamolo semplicemente, e lasciamolo fluire. Sentiamo come espande e riduce il corpo.
Continuiamo per alcuni minuti, senza forzarlo, e accadranno alcune cose: entreremo in contatto con nostro modo di respirare conoscendo quindi qualcosa di noi stessi. Non giudichiamo, non analizziamo. Possiamo anche, semplicemente, ripetere mentalmente: sto inspirando, sto espirando.
E poiché la mente si occupa di percepire che stiamo inspirando, che stiamo espirando e come ciò avvenga, smette di occuparsi delle mille cose che di solito insegue. E questo è già un grande risultato.
La mente è più calma e cominciamo a sentire una condizione di maggiore benessere.
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