


S. è una donna di 69 anni con una grande sensazione di incertezza e paura nei riguardi dello stare sulle proprie gambe: insicurezza nel raggiungere a piedi distanze anche solo di qualche centinaio di metri, per le quali usa la macchina.
Non esiste una difficoltà di carattere fisico nel deambulare.
Le viene proposta una pratica che consiste in una particolare modalità di alzarsi e sedersi dalla sedia, in cui ci si porta dalla posizione seduta a samasthiti, a uttanasana e di nuovo in posizione seduta.I movimenti sono legati alla respirazione, allo spostamento dell’asse del busto che si riflette totalmente o in parte sul bilanciamento del peso sui piedi.
Da questa base iniziale abbiamo approfondito la contrazione addominale che precedeva e accompagnava l’intera espirazione, la realizzazione di una condizione danda nella colonna vertebrale e una focalizzazione sempre maggiore del movimento legato allo spostamento del peso e alla direzione della sommità del capo, insieme a uddiyana e jalandhara bandha. Anche un’attitudine interna basata su rilassamento, abbandono, e fiducia è stata ricercata.
Nel tempo si è proseguito inserendo nella sequenza anche virabhadrasana realizzato in modo dinamico.
La progressione della pratica ha avuto una durata di alcuni mesi, durante i quali è stato inserito anche il suono, e il canto.
A distanza di qualche mese S. dichiara con gioia e stupore di poter finalmente percorrere 500 metri a piedi senza alcun timore e a distanza di un anno in occasione del suo settantesimo compleanno racconta con entusiasmo di aver camminato per tutta la giornata all’interno di Roma per più di 10 km.
La grande felicità dimostrata per questa realizzazione esula completamente dall’aspetto della realizzazione fisica e testimonia in realtà di aver vinto su insicurezza e incertezza e paura.
A questo proposito è interessante riflettere su ciò che è esposto negli Yoga Sutra al capitolo I,20.
Noi esseri umani desideriamo conoscere lo splendore interno che la pratica dello Yoga può svelarci
Per realizzare questo desiderio dobbiamo coltivare la qualità indispensabile della fiducia, intesa come convinzione profonda che nulla può sradicare, e che ci conduce.
È proprio la fiducia che sostiene la determinazione e l’ardore nel proseguire un percorso, e nutre quella forza che permette di affrontare gli ostacoli e trasformarli in occasioni, di ripartire anche dopo una temporanea sconfitta o un fallimento.
È fondamentale il fatto di ricordarsi costantemente il proprio obiettivo e l’insegnamento. Attraverso tutto ciò possiamo sperimentare la saggezza profonda che emerge da una profonda interiorità.
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