“La madre è quella cui tocchiamo i piedi per prima”
(T. K. V. Desikachar)
Questo è il 33mo anno di insegnamento e la durata, la complessità e l’intensità del percorso, mi spingono a ricordare e riflettere. A ritornare all’inizio, a quando tutto era ignoto, esotico e fonte di curiosità e meraviglia; a rinnovare la profondità della mia scelta, coltivando uno sguardo ancora colmo di meraviglia.
Naturalmente, come per molti giovanissimi degli anni ’70, la cultura e le tradizioni indiane avevano per me un grande fascino. In seguito ho scoperto di non essere tanto influenzata da una moda, quanto spinta da un legame profondo e dalla ricerca di un percorso di consapevolezza, che doveva passare attraverso la scoperta e la coscienza del corpo e del respiro.
Il mio primo incontro concreto con lo yoga è avvenuto intorno ai 19 anni grazie a mia madre, allora già praticante.
Ero un’adolescente irrequieta e asmatica e lei mi regalò un libro intitolato: “Yoga in 6 settimane” di Indra Devi.
Ripensandoci, un sorriso: insegno da tanti anni e non consiglierei certo un libro, ora, come approccio alla pratica; tuttavia proprio da lì ho iniziato a intuire che potevo respirare in modo consapevole, che potevo ascoltarmi, rilassarmi. Ho iniziato piccole pratiche da autodidatta sulla base di quel testo.
In quel libro, che non consiglierei, c’era la sua visione e la sua lungimiranza.
Qualche anno dopo mi sono iscritta a un corso di hatha yoga e poi alla mia prima formazione con Andrè Van Lisebeth, il quale mi disse: “Torna a casa e inizia ad insegnare”. La sua fiducia è un ricordo dolce e un esempio da coltivare.
Nel primo anno del mio insegnamento mia madre era lì, tra i miei allievi. Purtroppo, solo per un anno.
In questi anni ho avuto molti allievi, alcuni insegnanti. Spesso gli allievi sono stati grandi insegnanti.
Ho applicato lo Yoga alla gravidanza, alla preparazione al parto e alla maternità rinnovando, attraverso le madri, la possibilità di continuare a percepire l’immensa forza e gioia della nascita.
Ho incontrato gli insegnamenti del professor Krishmacharya e T.K.V. Desikachar e la tradizione Viniyoga, attraverso Chandra Cuffaro e Claude Marèchal che hanno cambiato sostanzialmente la mia visione dello yoga, la mia pratica e il mio insegnamento.
Ho iniziato a formare insegnanti, assumendo una nuova responsabilità nei confronti dei miei Maestri e dei loro Maestri, dei nuovi, futuri insegnanti, e dell’antica tradizione dello Yoga.
Guardo al sangha degli insegnanti formato in questi anni con grande affetto e fiducia profonda.
Quest’anno, insieme al sito della scuola rinnovo la mia gratitudine per tutti i miei Maestri e la prima è mia madre: in quel libro che non consiglierei, c’era la sua visione, la sua lungimiranza e il mio futuro…
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